Il sontuoso centrotavola fu commissionato nel 1786 dall’ambasciatore veneto della Serenissima a Roma, Pietro Donà, a Giovanni Volpato. Giunto nella capitale nel 1771, il noto artista bassanese affiancò alla sua attività di incisore quella di antiquario e mercante d’arte e in seguito, a partire dal 1785, quella di ceramista, introducendo per primo in città la produzione di raffinati biscuit tratti dall’antico. Il centrotavola, ultimato nel 1788, ha come soggetto principale il "Trionfo di Bacco e Arianna" (inventario C 1371). Il fastoso corteo è accompagnato da due gruppi, uno con "Fauno con putto e capra" (C 1387) e l’altro con "Putti che giocano con la capra Amaltea" (C 1386), assieme ad una coppia di Baccanti danzanti (C 1381, C 1382) e una di Fauni (C 1384, C 1385), quattro "Puttini con maschere teatrali" su piedistalli (C 1388, C 1389, C 1390, C 1391), i due "Puttini Borghese" (C 1444, C 1445) e la riproduzione dell’Apollo citaredo con le nove Muse (C 1383, C 1372, C 1373, C 1374, C 1375, C 1376, C 1377, C 1378, C 1379, C 1380). A decorazione dell’intero dessert vi sono poi otto erme legate assieme da ghirlande floreali (C 1411, C 1412, C 1413, C 1414, C 1415, C 1416, C 1417, C 1418, C 1419), diciotto piccoli vasi su piedistalli (C 1392, C 1393, C 1394, C 1395, C 1396, C 1397, C 1398, C 1399, C 1400, C 1401, C 1402, C 1403, C 1404, C 1405, C 1406, C 1407, C 1408, C 1409), ventiquattro cammei con ritratti maschili e femminili tratti da originali antichi (C 1420, C 1421, C 1422, C 1423, C 1424, C 1425, C 1426, C 1427, C 1428, C 1429, C 1430, C 1431, C 1432, C 1433, C 1434, C 1435, C 1436, C 1437, C 1438, C 1439, C 1440, C 1441, C 1442, C 1443), oltre a ventuno pilastrini con catenelle di metallo (C 1446, C 1447, C 1448, C 1449, C 1450, C 1451, C 1452, C 1453, C 1454, C 1455, C 1456, C 1457, C 1458, C 1459, C 1460, C 1461, C 1462, C 1463, C 1464, C 1465, C 1466). È probabile che il corteo sia stato suggerito a Volpato dal celebre affresco con il Trionfo di Bacco e Arianna dipinto da Annibale Carracci nella volta di Palazzo Farnese a Roma, ma sicuramente, ad ispirare l’opera fu ancora di più il soffitto dipinto dall’amico Antonio Zucchi, marito della pittrice Angelica Kauffmann, nella biblioteca di Newby Hall, residenza del noto collezionista di antichità inglese William Weddell.
Trionfo di Bacco e Arianna
Opera esposta