Palazzo Sturm
Palazzo Sturm, dal cui belvedere si può godere di un impareggiabile panorama sul fiume Brenta e sul Ponte degli Alpini, fu donato al Comune di Bassano del Grappa dal barone Giovanni Battista Sturm von Hirschfeld nel 1943. La preziosa dimora, voluta e commissionata dall’importante industriale e commerciante di seta Vincenzo Ferrari, venne edificata verso la metà del XVIII secolo. L’edificio si presenta in tutta la sua elegante imponenza, con oltre settanta stanze distribuite su sette livelli progettati dall’architetto Daniello Bernardi. Le decorazioni pittoriche al suo interno, eseguite dal pittore veronese Giorgio Anselmi nel 1765, denotano un gusto che richiama la maniera dei cosiddetti “trionfi barocchi” romano-bolognesi. I soggetti scelti, prevalentemente mitologici e allegorici, alludono alle imprese commerciali ed economiche dei Ferrari. Già di proprietà della famiglia Vanzo-Mercante, nel corso dell’Ottocento il palazzo ha subito alcuni ampliamenti e modifiche architettoniche, come la sopraelevazione del corpo di fabbrica e il raccordo del nuovo tetto con il coronamento della loggia-belvedere, originariamente aperta su tre lati.

Il piano terra del palazzo ospita il Museo della Stampa Remondini, aperto al pubblico nel 2007 e dedicato alla tipografia e calcografia della celebre famiglia di imprenditori grafici bassanesi. Ai Remondini si deve quella che può essere considerata la prima major mondiale dell’immagine, un colosso industriale che fece la sua fortuna tra il Seicento e l’Ottocento puntando sull’originalità, sulla varietà e sull’export. Le loro incisioni imposero modelli iconografici che contribuirono a dare immagine visiva pressoché universale a racconti, luoghi e persino a culti. Il museo illustra tutti gli aspetti del fenomeno industriale dei Remondini, in un ideale viaggio attraverso tutta la loro produzione che conta, tra gli altri, libri, carte decorate, incisioni popolari, giochi, vedute ottiche e le acqueforti e xilografie dei grandi incisori italiani ed europei quali Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Luca di Leyda, Marcantonio Raimondi, Ugo da Carpi, Jacques Callot e molti altri.

Al piano nobile, il Museo della Ceramica Giuseppe Roi raccoglie le collezioni cittadine che sono state trasferite e allestite a Palazzo Sturm dal 1992, testimonianze dell’importante tradizione ceramica bassanese, che ha visto tra i suoi protagonisti la famiglia Antonibon, nonché di altre significative manifatture italiane. Le collezioni sono ordinate secondo criteri cronologici a partire dal XVI secolo, raggruppando i materiali all’interno dei diversi periodi storici, delle differenti manifatture e creando sezioni distinte per tecnica esecutiva.